Miura SPECIALI
Miura Jota – 1 esemplare
Jota, esemplare unico andato distrutto, realizzata dallo storico collaudatore Lamborghini, Bob Wallace. L’indicazione “Jota” sul numero di produzione 308 nei registri Moruzzi, indica che i resti di una vettura S incidentata diventeranno il numero di telaio 4683. Venduta al signor Ronchi, nell’aprile del 1971 la Jota si schianta nei pressi di Brescia.
Miura SVJ – 3 esemplari
Derivate dalla Jota vi sono varie repliche , ma solo tre uscite nuove di fabbrica come SVJ. Telaio numero 4934, destinata alla collezione dello Shah di Persia, telaio numero 4990 che sarà guidata da Silvera ad Haiti e la telaio numero 5090, consegnata a Ferrandi e che percorrerà le tortuose strade della Corsica.
Miura SVR – 1 esemplare
La “R” ovvero “racing”, è l’evoluzione in vettura da corsa della Jota. Nasce dalla P400S, numero di telaio 3781, che fu esposta in Verde Miura al 50° Salone dell’Auto di Torino nel 1968. Il 30 novembre 1968 è passata al concessionario ufficiale Lamborauto di Torino, e nel 1974 a Heinz Steber che la portò a Sant’Agata e la fece trasformare nella SVR, sull’esempio della Jota. Si dice che questa trasformazione sia durata 18 mesi, dopodiché la Miura SVR partì per il Giappone.
Miura Millechiodi – 1 esemplare
Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1975 Giovanni Sotgiu acquistò l’auto. Sotgiu era amico di Walter Ronchi, che aveva posseduto l’unica vera Jota, il bolide che Bob Wallace aveva costruito per sé. I due trasformarono la #4302 in una “pseudo-Jota”, con spoiler e tutto ciò che era considerato appropriato a metà degli anni Settanta. La trasformazione costò ben 4.500.000 lire, l’auto fu verniciata in verde petrolio e chiamata “Millechiodi”, cioè 1000 rivetti, ben visibili sulla carrozzeria. Dal 2019 è nuovamente in Italia.